Non bisogna fidarsi delle parole assurde e prive di grande profondità di Mirza o Alexandre, il cui unico interesse per Nino è di natura sonora (ZAvez pas vu MirZA), per giudicare le sue qualità letterarie.
Il premio Sacem che ha ricevuto per aver prodotto in un'ora, su un tema imposto, il testo di Printemps Finlandais non è certo usurpato: questa poesia è composta seguendo la struttura - quanto complessa! - dei rondeaux del XIV secolo, e testimonia il solido bagaglio classico di Nino; scriveva poesie regolari in italiano all'età di dieci anni e le sue prime canzoni in francese obbedivano alle consuete restrizioni della versificazione.
È però solo una volta dimenticati, messi da parte, gli aspetti tecnici della scrittura che Nino ha prodotto i suoi testi più belli.
A partire da La maison près de la fontaine (1971), che gli è venuta sotto la penna naturalmente, senza dizionario di rime né versi regolari, ha lasciato che il suo istinto - certo impregnato dal ritmo dei versi classici e dalla musica della lingua italiana - guidasse la sua mano e la sua scrittura.
Questo modo di fare ha dato vita a veri e propri piccoli canzoni-poesie, sonore e fedeli alle più piccole fluttuazioni della sua anima e delle sue emozioni.
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